A cura dell’avv. Gaetano Pecoraro
Lo Studio legale Santiapichi ottiene una clamorosa vittoria in favore di alcuni Comuni italiani, che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare, fino al loro definitivo smantellamento, a seguito del referendum degli anni ’80.
Nel 2003, lo Stato ha riconosciuto a questi territori alcune misure monetarie, compensative del disagio arrecato alle popolazioni, individuando la fonte di approvvigionamento in una componente tariffaria gravante sulle bollette elettriche dei consumatori, che veniva istituita ad hoc, che le aziende elettriche avrebbero poi dovuto versare alla Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico.
A distanza di appena un anno da tale riconoscimento, con la legge finanziaria per il 2005, lo Stato ha stabilito che il 70% degli importi raccolti dalle aziende, sarebbe dovuto confluire al Bilancio dello Stato, ed il 30% sarebbe dovuto rimanere alla Cassa Conguaglio. Un’interpretazione distorta di tale normativa ha indotto il CIPE, negli anni seguenti, a devolvere solo il 30% del contributo a favore dei Comuni e delle Province gravati dalle servitù nucleari.
Avendo gli Enti locali fatto affidamento sulle somme inizialmente assegnate, questi ultimi, nel 2011, assistititi dallo Studio Legale Santiapichi, hanno introdotto un giudizio civile dinanzi al Tribunale di Roma, per vedersi riconosciuto il loro diritto.
La dura battaglia legale è durata 5 anni, nel corso della quale il Tribunale di Roma, accogliendo le istanze del Difensore dei Comuni, ha scrupolosamente condotto un’istruttoria approfondita, adottando ordini di esibizione, ed una Consulenza Tecnica di Ufficio per la quantificazione delle somme da restituire.
Non sono mancati i tentativi della Presidenza di Consiglio di spostare il processo dinanzi la giurisdizione amministrativa, che però sono stati respinti dal Tribunale che, con sentenza 14894 del 22 luglio 2016 , ha pienamente accolto la ricostruzione giuridica fornita dallo Studio Santiapichi, sia sulle schermaglie processuali, che nel merito, ed ha integralmente riconosciuto il diritto dei Comuni attori ad ottenere il 100% dei prelievi in bolletta finalizzati a finanziare le misure compensative, quantificando in circa 100 milioni euro, oltre interessi legali, le somme che le Amministrazioni centrali sono state condannate a restituire.
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